"In un regime totalitario gli idioti ottengono il potere con la violenza e gli intrighi... in una democrazia, attraverso libere elezioni..."

venerdì 30 ottobre 2015

TSIPRAS: LA GESTIONE DEL DRAMMA DEI MIGRANTI E’ UNA VERGOGNA PER L’EUROPA

Autore: Emiliano Bonatti



Mi vergogno come membro della leadership europea per l'incapacità dell'Europa di affrontare questo dramma umano e per il livello del dibattito ai più alti livelli, dove si gioca allo scaricabarile”. Queste le parole di Alexis Tsipras dopo l’ennesimo dramma consumato oggi sulle coste greche con la morte di almeno 22 migranti, tra cui diversi bambini. Come dargli torto? L’Europa ormai da mesi sta dando il peggio di se nell’affrontare i temi più scottanti dell’agenda internazionale. Proprio la lotta fratricida di questa estate sul debito greco ha sottolineato gli anni luce di distanza tra l’Europa reale e l’Europa dei popoli sognata nel dopoguerra dai padri fondatori del progetto europeista. Un insieme di Stati Nazione preoccupati del proprio orticello, capaci di imporre un ricatto mostruoso e condizioni mortificanti ad uno Stato membro che ha “osato” deragliare rispetto alla “cura” (inefficace peraltro) decisa da qualche potente Cancelliere nel Nord, bravissimo a bacchettare gli altri da un traballante pulpito di onestà e rigore, salvo poi trovarsi qualche scandalo di grossa dimensione proprio sotto casa. Nord contro Sud, alla faccia della “solidarietà” e della “fratellanza” che dovrebbero essere la base della costruzione socio-politica di un progetto di Unione.


Non molto diversamente si stanno comportando gli Stati membri nell’affrontare l’emergenza migranti. Riunioni, summit, ridicole e totalmente inutili decisioni prese sulla carta per mostrare al mondo che “qualcosa” si sta facendo. Peccato che poi, nella realtà, il peso dell’emergenza resta a carico dei tanto dileggiati paesi del Sud, con il Nord e l’Est che mostrano solidarietà ma che si guardano bene dal condividere il problema. L’Europa, specie per buona parte dei paesi dell’Est freschi di adesione, è una specie di supermarket di cui si sono presi i benefici (milioni di contributi per il rilancio delle proprie economie) ma di cui non si vogliono condividere i doveri. La Germania, che dichiarava solo qualche settimana fa una specie di “porte aperte per tutti”, ha già limato la propria posizione. Nel frattempo le persone continuano a morire e i cittadini europei iniziano a far fatica a mantenere un sano spirito di accoglienza. Siamo arrivati ai muri tra Stati, alle autorità di un paese che “accompagnano” i migranti ai confini di un altro, al tutti contro tutti. Un’Europa così non serve a nessuno e manca poco alla definitiva certificazione del fallimento dei tentativi di arrivare ad una vera unione socio-politica. Finchè si è parlato di unione economica, tutti d’accordo e tutti contenti. Quando si è cercato di andare su qualcosa di più “profondo” i risultati sono stati desolanti. L’Unione si sta suicidando, chiusa nel suo bunker di Bruxelles, e la sua impotenza sta dando grosso fiato ai movimenti anti-europeisti che hanno gioco fin troppo facile nel denunciare i colossali limiti ed errori delle istituzioni (il risultato delle elezioni polacche ne è un chiaro esempio). Spinelli si sta rivoltando nella tomba..



Tornando al dramma di oggi, nel solo mese di ottobre almeno 68 persone (di cui un enorme numero di bambini) sono morte al largo delle coste greche. Le piccole isole dell’Egeo stanno subendo una pressione ormai insostenibile. L’esempio dell’isola di Lesbo è esemplare: in un isola di 86.000 abitanti, solo nel 2° trimestre del 2015 sono sbarcati oltre 29.000 migranti. Facendo un rapido confronto, è come se in Sicilia (5 milioni di abitanti) sbarcasse più di un milione e mezzo di disperati.


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